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Il sistema di produzione alimentare fa molto affidamento sulle plastiche derivate dai combustibili fossili.
Questa dipendenza si estende sia alle prime fasi del processo di produzione, ad esempio nella pacciamatura agricola, sia alle fasi successive in cui cibo e bevande vengono confezionati per consentire il trasporto, la conservazione, l'igiene e la sicurezza degli alimenti, aumentando la durata di vita degli alimenti e contribuendo alla sicurezza degli alimenti e alla conservazione del loro contenuto nutrizionale.
Il basso costo, la durevolezza e l'uso lineare della plastica con bassi livelli di riciclaggio sono la fonte di numerose sfide ambientali che hanno un impatto su interi ecosistemi, in particolare alla fine del ciclo di vita.
Questi impatti ambientali sono ulteriormente accentuati dagli agenti di rivestimento e dagli additivi di formulazione che forniscono una gamma di proprietà funzionali. Questi additivi possono a loro volta filtrare nell'ambiente circostante, tra cui aria, acqua, cibo o tessuti animali e umani, in particolare durante la biodegradazione.
La sfida è volta a ricercare proposte rivoluzionarie in grado di sostituire l'uso di materie plastiche derivate da combustibili fossili, dal campo alla tavola, sostenendo così le ambizioni politiche dell'UE di procedere verso un'economia più circolare, efficiente in termini di risorse e climaticamente neutra.
Le proposte devono cercare di fornire alternative sostenibili ispirate alla natura alle plastiche derivate dal carbonio fossile e ai processi di produzione associati. Queste alternative devono essere circolari, sicure e sostenibili per progettazione e consentire riutilizzabilità, riciclabilità e completa biodegradabilità.
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